Venosa occupa un posto speciale tra i borghi più belli della Basilicata. Si trova nel cuore della regione, e ha una notevole importanza a livello storico e culturale: è ricca di scavi archeologici e di altre testimonianze del passato, ed è la cittadina che ha dato i natali al poeta latino Orazio.
Il fascino di Venosa è straordinario, per la suggestione che la zona esercita nell’immaginario collettivo e per l’atmosfera d’altri tempi che permea le strade e le piazze. Venosa è terra di tradizioni, folclore, sagre in cui si assaggiano prodotti tipici, vini come il celeberrimo Aglianico del Vulture.
Un tour alla scoperta di Venosa può essere organizzato in ogni periodo dell’anno, ed è l’ideale per un weekend libero. Se avete più giorni di ferie, ad esempio una settimana, potreste poi andare a esplorare altri borghi della Basilicata per un itinerario ancora più variegato. Quest’area, dopotutto, non è fatta solo di centri famosi come Potenza e Matera, ma anche di piccole perle del turismo da conoscere da cima a fondo.
Venosa è arte, architettura, paesaggi naturali, rovine che rimandano ai secoli più antichi. È un’ottima scelta per una breve vacanza all’insegna della tranquillità.
Perché “Venosa”?
Il nome di Venosa è stato soggetto a diverse interpretazioni. Le più accreditate sono tre.
Secondo alcuni studiosi, questo borgo si chiama così per l’abbondanza di vigneti e, quindi, di eccellenti vini sin dall’epoca dei Romani: in tal caso, Venosa deriverebbe da vinosa. Secondo altri, la denominazione è legata a Venere, dea della bellezza e dell’amore.
Una terza teoria vuole che la città, in origine, fosse detta ventosa perché appunto molto ventilata. Da questo aggettivo, man mano, si passò a “Venosa”.
Quale di queste spiegazioni è quella esatta? Ancora oggi non si sa con certezza. Ad ogni modo, Venosa è sempre stata in espansione dalla sua fondazione, e soprattutto dall’anno in cui divenne una colonia romana (il 291 a.C.).
A Venosa si sono succeduti numerosi popoli, non solo Romani ma anche Goti, Saraceni, Bizantini, Normanni, Svevi e altri. Il borgo, comunque, è noto specialmente come patria di Quinto Orazio Flacco, autore degli Epodi, delle Odi e delle Satire.
Il Parco Archeologico di Venosa
Un tour alla scoperta di Venosa, per cominciare, vi condurrà al magnifico Parco Archeologico. Qui vi sono resti di edifici che risalgono a una fase molto ampia: quella che va dalla Repubblica romana all’età medioevale.
Potrete ammirare un anfiteatro, alcune domus romane (tra cui la cosiddetta Casa di Orazio) e un complesso termale con frigidarium e calidarium. Il primo è decorato da immagini di animali marini, il secondo include pilastri di mattoni.
C’è da dire anche che gli scavi di Venosa non comprendono solo reperti romani. C’è un sito paleolitico addirittura di 600.000 anni fa, oltre a catacombe ebraiche portate alla luce nell’Ottocento. Già basta questo per capire quanto ci sia da vedere nel borgo di Venosa!
Il Castello Aragonese
Un’altra tappa di Venosa è il maestoso Castello Aragonese, uno dei monumenti principali dell’area. Si tratta di un vero e proprio tesoro, i cui lavori furono commissionati dal duca Pirro del Balzo e finirono nel 1470.
All’inizio, dunque, il Castello era una fortezza. Fu poi trasformato in una dimora nobiliare nel ‘600, per decisione di Carlo ed Emanuele Gesualdo. Attualmente, nelle sue sale sono stati allestiti il Museo Archeologico di Venosa e la Biblioteca Comunale.
Nei pressi del Castello Aragonese ci sono due chiese, di cui una è paleocristiana e l’altra è molto più recente. La chiesa paleocristiana ospita la tomba della famiglia d’Altavilla e della moglie, ripudiata, di Roberto detto Il Guiscardo; la chiesa nuova è incompleta, poiché la sua costruzione non fu mai terminata.
Venosa e le fontane
Un’altra caratteristica famosa di Venosa è la presenza di alcune splendide fontane. Sono da vedere quella di Messer Oto, dedicata a Roberto d’Angiò, e quella Angioina, realizzata in onore di Carlo I d’Angiò. Quest’ultima è adornata da una coppia di leoni di pietra che poggiano su un ariete: un autentico emblema di potenza.
C’è anche la Fontana di San Marco, così chiamata probabilmente per i leoni frontali. Almeno queste tre fontane andrebbero inserite nel vostro tour alla scoperta di Venosa.
La tradizione enogastronomica di Venosa
Come già abbiamo accennato, uno dei migliori prodotti di Venosa è il vino Aglianico del Vulture: un vero sinonimo di pregio, tanto antico da essere citato nei versi di Orazio.
Questo vino è apprezzato per tutte le sue qualità organolettiche, dal colore rubino al bouquet fruttato. Rappresenta appieno l’eccellenza del territorio, la personalità del borgo, il valore della sua tradizione.
Accompagnate con un calice di Aglianico del Vulture i vostri pasti a Venosa, che saranno a base di cavatelli con cime di rapa, baccalà con peperoni cruschi, brodetto di agnello, carne aromatizzata. La vostra vacanza sarà all’insegna non solo delle gite, ma anche del buon cibo!