Sono oltre 3mila gli operatori e le operatrici internazionali che ogni anno partono con Medici Senza Frontiere in missione, con l’obiettivo di supportare lo staff locale che è già impegnato nei progetti dell’organizzazione e che costituisce la maggioranza del personale. È possibile sostenere una onlus con una donazione online solidale, oppure partire come volontario in missione umanitaria: nel secondo caso, però, è bene essere consapevoli delle difficoltà a cui si andrà incontro. Lavorare all’estero con Medici Senza Frontiere, per esempio, vuol dire dover fare i conti con condizioni che in molti casi sono parecchio impegnative.
Fatica e propensione al sacrificio
C’è bisogno di doti non comuni: non solo un impegno costante, ma soprattutto tante energie e qualità umane non indifferenti. Ma, sia chiaro, tutti questi sacrifici vengono ampiamente ripagati, con soddisfazioni notevoli sia dal punto di vista umano che a livello professionale. Prendere la decisione di partire con Medici Senza Frontiere è di certo una scelta che non può essere presa a cuor leggero, ma che merita di essere ponderata e valutata con la massima attenzione. Se si è interessati a inseguire una carriera in qualità di operatori umanitari, è possibile compilare il form dedicato sul sito web di Medici Senza Frontiere, così da essere costantemente aggiornati a proposito delle novità che provengono dalle missioni, conoscere le storie degli operatori che già lavorano per l’organizzazione e conoscere tutto sui ruoli e sulle richieste più urgenti.
Le posizioni aperte
In questo momento, per esempio, è richiesta la figura di un logista destinato a Paesi a basse risorse, ma c’è una posizione aperta anche per un manager delle risorse umane e finanziarie. Medici Senza Frontiere, inoltre, è in cerca di un coordinatore di progetto. I profili richiesti, più in generale, spaziano dal personale medico al personale paramedico, senza dimenticare – come si è appena visto – il personale non medici. Vale la pena di citare fra gli altri gli ostetrici, i ginecologi, i medici di comunità, i medici generalisti, i medici internisti, gli psicologi e i logisti. Ma nel novero delle figure professionali di cui c’è bisogno per le missioni e i progetti occorre citare anche i supply chain manager, i water and sanitation manager, i coordinatori di progetto, i farmacisti e gli ortopedici, senza tralasciare i tecnici biomedicali, gli infermieri, i coordinatori finanziari, i learning and development manager e i coordinatori delle risorse umane. Come si vede, è davvero ampia e variegata la gamma di professionalità che sono necessarie per far sì che MSF riesca a garantire il successo dei propri progetti: vanno menzionati anche i promotori della salute, i manager delle risorse umane e finanziarie, i tecnici di laboratorio, gli infermieri strumentisti, gli anestesisti, i chirurghi, gli epidemiologici e altre figure meno attinenti al campo sanitario come i field communication manager e gli advocacy manager.
Che cosa fa Medici Senza Frontiere nel mondo
In tutti i Paesi in cui è presente con i suoi progetti – dal continente asiatico a quello africano, ma anche in Centro America e in Europa -, Medici Senza Frontiere ha il prioritario obiettivo di offrire, in maniera del tutto gratuita, assistenza sanitaria a coloro che non possono accedere alle cure e ai farmaci di cui avrebbero bisogno, per esempio per colpa della guerra, di disastri naturali o di epidemie. Questa organizzazione è nata più di 50 anni fa, e nel corso del tempo ha moltiplicato i propri obiettivi, crescendo sempre di più ma mantenendo come linea guida la necessità di rimanere indipendente e neutrale. Anche per questo motivo ha bisogno il supporto di tutte le persone comuni.