Destinazione ancora poco contaminata dal turismo di massa e proprio per questo motivo alquanto affascinante, la Repubblica del Laos merita di essere visitata nel periodo compreso tra il mese di novembre e quello di febbraio: è in questo arco di tempo, infatti, che il clima si rivela più benevolo, con un sole caldo ma non torrido e le precipitazioni ridotte al minimo. Per sapere come organizzare una vacanza impeccabile in questo angolo di paradiso abbiamo chiesto consiglio al team di AMICI MIEI PHUKET TRAVEL AGENCY.
Come si arriva in Laos?
Il solo punto di accesso per i turisti stranieri che si spostano in aereo è rappresentato dall’aeroporto internazionale di Wattay a Vientiane, che è collegato con gli scali di Kunmig, di Phnom Penh, di Saigon, di Hanoi e di Bangkok. Nel caso in cui si viaggi sulla terraferma, invece, è possibile attraversare il Mekong e superare il confine a Mikdahan, nei pressi di Savannakhet, e a Chiang Khong, a breve distanza da Huay Xai, ma anche a Nakhon Phanom, davanti a Tha Khaek, e a Nong Khai, vicino alla capitale. Vale la pena di tener presente, in ogni caso, che a parte la capitale il Paese offre una rete stradale poco sicura e di certo non all’avanguardia: il che vuol dire che ci potrebbe volere tanto tempo anche per percorrere tratti di pochi chilometri. Per quel che riguarda i mezzi pubblici, più affidabili degli autobus, che sono consigliati solo per i dintorni dei capoluoghi di provincia, si rivelano i battelli. Non è esagerato affermare che nel Laos le strade vere sono rappresentate dai fiumi.
Perché si dovrebbe scegliere il Laos come meta per le proprie vacanze?
Perché rivela lo stesso fascino dei Paesi vicini, come la Cambogia, il Vietnam e la Thailandia, ma è meno noto e, quindi, meno contaminato dal turismo occidentale. Le processioni di monaci e i fantastici templi in cui ci si può imbattere fanno dimenticare le condizioni di scarso sviluppo che contraddistinguono questa nazione. Uno stato di isolamento durato per anni, al termine del dominio coloniale francese, ha fatto sì che il Laos venisse poco influenzato dall’esterno: come dire, è un Paese puro, con uno stile di vita predominante che è rimasto inalterato e intatto nel tempo.
Quali tappe consigliate per un tour del Laos?
La capitale Vientiane accoglie l’edificio più sacro del Paese, il Phra That Luang, ma un altro tempio che merita di essere visto è il Wat Si Sakhet. Non è molto lontana la giungla di Phu Khao Khuay, un’area protetta nazionale che comprende una torre di avvistamento che permette di ammirare gli elefanti. Luang Prabang è senza dubbio la destinazione più frequentata dai turisti, e non è un caso che sia stata inserita dall’Unesco nella lista dei siti patrimoni mondiali dell’umanità. La collina del tempio Phousi può essere raggiunta in cima solo percorrendo una scalinata costituita da centinaia di gradini, ma si tratta di una fatica ben ripagata dallo spettacolo offerto dal paesaggio.
Dove altro si può andare?
Nella parte centrale del Paese ci sono le province di Khammuan e di Bolikhamsai, consigliate a chi ama i paesaggi montuosi. Pakxan è il capoluogo della provincia di Bolikhamsai, dove è consigliabile visitare il Phabaat Phonsan. Dall’altro lato del fiume Mekong c’è Beung Kan, città della Thailandia che funge da punto di attraversamento del confine unicamente per la popolazione locale. Non è molto lontano il sito di Tha Khaek: si tratta di un vecchio avamposto degli imperi Chenla e Funan. Sulla Route 12, invece, nei pressi di Mahaxay c’è lo spettacolo offerto dalle formazioni calcaree del fiume Bang Fai.
Gli amanti della natura possono recarsi nell’area protetta di Nam Ha, a nord, nella regione del Bokeo: qui, tra l’altro, abitano numerose tribù di montagna che mettono a disposizione alloggi a costi ridotti. Dall’altra parte del Paese, nel sud più profondo, c’è invece il Bolaven Plateau, vicino alla città di Pakse: si tratta di un altopiano in cui vengono coltivati parecchi frutti tropicali, tra cui la papaya. Per chi preferisce immergersi nelle atmosfere sacre laotine è d’obbligo una sosta presso il tempio Wat Phu: è un antico tempio Khmer a breve distanza dal villaggio di Champasak, oggi luogo di culto buddista, patrimonio Unesco. Davvero accattivante è la Piana delle Giare: questo è il nome che è stato attribuito alla piana di Phonsavan, caratterizzata dalla presenza di migliaia di giare di dimensioni gigantesche di cui non sono ancora state chiarite le origini. La più accreditata delle ipotesi, comunque, sostiene che esse avessero una funzione funeraria. Infine, da vedere sono le grotte di Konglor, accessibili attraverso un tunnel scavato dalle acque del fiume Hin Bun.
Che cosa si mangia nel Laos?
Non bisogna pensare solo a che cosa si mangia, ma anche a che cosa si beve: la birra locale, infatti, è ritenuta una delle più buone di tutto il pianeta, al punto che le tecniche di lavorazione del luppolo adottate sono state importate nel Novecento dalla Germania. Per il resto, l’eco del colonialismo francese si sente anche in cucina: ecco perché è facile imbattersi in baguette e croissant di ottima qualità.
Cosa mettere in valigia?
Nel caso in cui si visiti soprattutto la regione settentrionale, è bene procurarsi degli indumenti leggeri per il giorno, tenendo presente che di sera ci sarà bisogno di un maglione e di una giacca. Un k-way è sempre un alleato utile per sconfiggere la pioggia. Se, invece, ci si sposta oltre i mille metri di altitudine, non bisogna dimenticare di mettere nei bagagli maglioni, giacche calde e abiti di mezza stagione. Qualora si salga ancora di più, non si può fare a meno di guanti, cappello e giubbotto. Certo è che se si arriva nel Laos in piena estate la situazione cambia: meglio puntare su indumenti in fibra naturale, ma tenere comunque a portata di mano un impermeabile.