Tre giorni, ho solo tre giorni a disposizione per svagarmi prima di tornare a lavoro. Vorrei passarli nel migliore dei modi, in vacanza, in un posto che magari mi aiuti a riempire gli occhi di meraviglia e allo stesso tempo mi incuriosisca e garantisca un po’ di relax.

Mi solletica l’idea di visitare Procida, una delle isole dell’arcipelago campano. Ho visto in tv un documentario che mi ha colpito. Un’isola così piccola vanta il titolo di capitale della cultura 2022, non penso che sia mai accaduto prima che una tale onorificenza venisse attribuita a un piccolo borgo, di solito sono le grandi città a sfoggiarla. Mi chiedo il perché sia stata proprio quest’isoletta che si affaccia sul Golfo di Napoli ad aver catturato gli esperti selezionati dal Ministero della cultura.

Saranno stati i meravigliosi colori di Marina della Corricella a catturarli? O forse le magnifiche spiagge, visto che una di esse, quella denominata Spiaggia del Postino, è riuscita a incantare persino il grande Massimo Troisi.

Certo i suoi panorami hanno davvero fatto breccia nel cuore di molti: chiunque abbia letto L’isola di Arturo o Graziella non può non aver sognato di passeggiare nei suoi caratteristici vicoli, profumati da limoni e arance. Sembra che l’aria lì mescoli le fragranze degli agrumi a quella della salsedine, che il silenzio scolpisca melodie e che il tempo si dimentichi di camminare.

Palazzo d’Avalos, Terra Murata, l’isola di Vivara, le diverse chiese, sono davvero tante le attrazioni che quest’isola propone. Dovrò comunque sceglierne alcune. Cosa riuscirò a vedere in così poco tempo?

Le contrade di Procida

Ho dovuto “studiare” per cercare di creare nella mia mente un itinerario che mi permettesse di ammirare il più possibile le bellezze dell’isola. Ed è così che ho scoperto che tutta Procida si divide in contrade o Grancie, e che è fattibile vederle tutte in pochi giorni, magari a bordo di uno dei simpatici e caratteristici microtaxi della zona. In tutto sono nove e ognuna di esse conserva inestimabili tesori.  

Partiamo dalla più antica, quella di Terra Murata, e man mano scopriamole tutte; così facendo sono sicura che non sarò la sola a partire per il Golfo di Napoli che, ora che arriva la bella stagione, deve essere meraviglioso da visitare.

Terra Murata

Il borgo di Terra Murata può essere, a tutta ragione, considerato il centro storico e culturale dell’isola, che domina grazie alle sue altezze.

Ci si arriva tramite una salita abbastanza impegnativa, che conduce a due imponenti porte d’ingresso; superate queste ci si trova all’interno delle antiche mura medioevali che hanno protetto gli abitanti del luogo dalle incursioni piratesche per molto tempo.

Al suo interno non si può non notare Palazzo d’Avalos, il maestoso palazzo/prigione che è stato muto spettatore della storia fin dal XVI secolo, e l’Abbazia di San Michele Arcangelo, una delle chiese più belle di tutto il meridione d’Italia, centro religioso dell’isola che di San Michele ha fatto il suo protettore.

Sent’Co

La Grancia di Sent’Co rappresenta il cuore pulsante dell’isola, il luogo dove i negozietti tipici di artigianato locale e ristoranti rinomati si contendono, pacificamente, i turisti.

Qui si trova Marina Grande, porto di Procida colorato dalle tipiche abitazioni pastello e dalle barche dei pescatori che vi ormeggiano.

Arrivando dal mare è forte il colpo d’occhio che chi non ha mai messo piede a Procida deve gestire: i colori dell’isola prendono il sopravvento sul blu di acqua e cielo, imponendosi subito alla vista. Tra le tipiche casette arcobaleno si potranno notare le merlature di Palazzo Montefusco e la facciata della Chiesa di Santa Maria della Pietà e San Giovanni Battista che domina la piazza principale di Marina Grande, chiamata anche Piazza Sancio Cattolico o, per l’appunto, semplicemente Sent’Co.

Corricella

Se Marina Grande rappresenta la parte più trafficata di Procida, sempre che si possa parlare di traffico in una città dove ogni cosa viene gestita in assoluta tranquillità, Marina della Corricella è invece il regno del silenzio. Non vi può accedere nessun mezzo su ruote, l’ingresso è permesso solo a chi ha voglia di scarpinare sulle scalinate che si inseriscono in diverse zone del borgo.

Ad attendere i curiosi che vi si inoltrano sono le case dei pescatori, ognuna con un colore particolare che la contraddistingue, in maniera da poterle individuare anche dal mare. Questa è una delle zone più rinomate dell’isola, quella dove si trovano gli alberghi e i ristoranti più esclusivi che della quiete hanno fatto il loro punto di forza.

San Leonardo

Questa Grancia prende il nome dalla Chiesa di San Leonardo, situata vicino a Marina Grande e costruita nel XVI dai marinai del posto devoti a questo santo.

In suo onore, già secoli addietro, era stata costruita una cappella vicino al porto, successivamente sostituita dall’attuale chiesa tanto amata dai procidani, che in San Leonardo hanno visto la mano misericordiosa che li ha liberati dall’epidemia di colera nel 1854.

La struttura odierna deriva da tutta una serie di modifiche e interventi architettonici aggiuntivi avvenuti nel corso dei secoli, che hanno portato all’odierna pianta a croce latina e a interni impreziositi da stucchi e oro.

Chiesa di Santissima Annunziata

Anche in questo caso è una chiesa il fulcro della vita in questa contrada, quella dedicata alla Madonna della Libera, costruita sulle fondamenta di una cappella del 1500. Da tutti conosciuta come la Chiesa della Santissima Annunziata è costituita da tre navate che si sviluppano su un impianto a croce latina. Custodisce un bellissimo dipinto che raffigura l’Annunciazione, dove possiamo ammirare il prostrarsi dell’arcangelo Gabriele alla Madonna,che omaggia con un giglio.

Quella dell’Annunziata è la Grancia più popolosa e popolare. Era la casa dei contadini di Procida, dei profumi della vita rurale che tanto ci teneva a venerare la Santa Vergine. In suo onore, ogni anno, una spettacolare processione attraversava gli stretti vicoli della contrada, animava i campi coltivati che aspettavano la sua benedizione, accompagnata da canti e grida di bimbi, felici di salutare l’arrivo dell’estate.

Semmarezio

La Grancia di Semmarezio comprende l’omonima piazza e i quattro casali che la delimitano, tra i quali il più grande è quello di Casale Vascello che, con i suoi Vefi caratteristici e i colori tenui delle sue mura, costituisce il primo nucleo abitativo dell’isola formatosi in seguito alle invasioni piratesche.

Piazza Semmarezio viene definita da tutti la “Terrazza di Procida” per gli splendidi panorami sul mare che sa regalare. È conosciuta anche col nome di Piazza dei Martiri perché è qui che, nel 1799, furono impiccati sedici rivoluzionari procidani.

Su di essa si affaccia la Chiesa di Santa Maria della Grazie, arricchita da stucchi settecenteschi e disegni floreali, oltre che da ori e argenti che i cittadini di Procida hanno donato in ringraziamento alla Vergine per averli liberati dalla peste.

Sant’Antonio

La Chiesa di Sant’Antonio da Padova, invece, è il fulcro religioso dell’omonima contrada. Venne costruita nel 1637 al posto di un’antica cappella del 1500, grazie alla generosità della famiglia Cacciuttolo. È una chiesa molto semplice che consta di una navata centrale sulla quale si aprono cappelle laterali, dove comunque sono custodite tele pregiate con raffigurati diversi santi.

Ora è in fase di restauro quindi non è possibile accedervi.

Sant’Antuono

La Chiesa di Sant’Antonio Abate ha alle spalle la Grancia di Sant’Antuono, chiamata anche Le corti perché è circondata da cortili. Venne costruita e ampliata agli inizi del 1600, e presenta un prezioso altare con marmi policromi, alla sinistra del quale viene posizionata la statua del santo.

Questa Grancia ha ospitato Elsa Morante durante il suo soggiorno nell’isola. Ancora oggi, in quella che un tempo era chiamata pensione Eldorado, che si sta cercando di riportare all’antico splendore, sopravvivono al tempo e all’incuria quelli che i procidani hanno definito i Giardini di Elsa in onore della grande scrittrice che, tra i profumati agrumeti, concepì il suo capolavoro “L’isola di Arturo”.

Chiaiolella

Il santo protettore di questa Grancia è San Giuseppe, la cui statua viene venerata nell’apposita chiesa ad esso dedicata. Ma il vero tesoro della contrada della Chiaiolella e la bellissima spiaggia che la caratterizza, con i suoi bassi fondali, che la rendono adatta anche a chi non se la cava egregiamente col nuoto.

La Chiaiolella è la spiaggia più lunga dell’isola, delimitata da alti faraglioni che, insieme alla vegetazione mediterranea del luogo, rendono il paesaggio unico e suggestivo.

Quindi…

Quindi è deciso, preparo le valigie. Metterò dentro poche cose, ma sicuramente un paio di scarpe comode. Spiagge, vicoli, monumenti, profumi di Procida, aspettatemi! Devo solo decidere se partire da Napoli o Pozzuoli, ma sicuramente non perderò il traghetto per solcare il mare che mi separa da quest’isolada sogno. Anzi, vado subito a prenotarlo: Procida, sto arrivando!