Situato a Cisterna di Latina, tra Norma e Sermoneta, il Giardino di Ninfa è un vero e proprio gioiello sospeso nel tempo. Si tratta di un suggestivo parco naturale nato sulle rovine di una città medievale, chiamata per l’appunto Ninfa: il nome deriva da un tempietto risalente all’epoca romana e dedicato alle Ninfe Naiadi, le divinità protettrici dei corsi d’acqua. Il giardino, dichiarato Monumento Naturale per iniziativa della regione Lazio, è stato annoverato da una classifica del New York Times tra i luoghi più romantici al mondo. Un’atmosfera magica, fiabesca, permea ogni cosa, regalando all’oasi una bellezza senza pari. Molti scrittori famosi furono ispirati dalla magnificenza di questa piccola perla, da Giuseppe Ungaretti a Virginia Woolf, da Alberto Moravia a Truman Capote.

Esteso su una superficie di circa 8 ettari di terreno, il Giardino di Ninfa è attualmente di proprietà della Fondazione Roffredo Caetani. Per salvaguardare il delicato equilibrio dell’ecosistema è stato stabilito che esso può essere visitato solo in alcuni giorni dell’anno. Chiunque deciderà di dedicare qualche ora a questo incantevole parco non potrà fare a meno di innamorarsi dell’armonia di colori, della quiete che regna ovunque incontrastata, del contrasto tra ruderi e natura che sembra quasi simboleggiare quello tra la vita e la morte. Il giardino è un autentico spettacolo in ogni stagione e in qualsiasi momento della giornata: al calare della sera, ad esempio, i raggi del sole che si riflettono nello specchio d’acqua creano stupendi giochi di luce. Presso la cittadina c’è infatti un lago, chiamato a sua volta Ninfa e nato dall’omonimo fiume che scorre verso l’Agro Pontino. Nel laghetto vive una rara specie di trota, che i Romani portarono dall’Africa in Italia migliaia di anni fa. Nel giardino si trovano anche altri animali protetti, tra cui il Barbagianni, il Falco Pellegrino, l’Airone Cenerino e, in totale, circa 150 specie di uccelli. Per la tutela della fauna locale fu allestita, nella seconda metà del ‘900, un’oasi nel centro della città di Ninfa.

Oltre agli animali, il parco ospita naturalmente numerosi esemplari di alberi e piante ornamentali. In questo luogo crescono rose rampicanti, aceri giapponesi, ciliegi, meli, betulle e persino specie tropicali come il banano e l’avocado. Si potrebbe dire che nel Giardino di Ninfa si incontrano varie zone del mondo, con un effetto di artistica simmetria. Non mancano magnolie, cipressi, lecci, faggi e iris, in un vero tripudio di colori.

Un po’ di storia

La cittadina di Ninfa fu fondata ai tempi dell’Impero Romano, ma acquistò un certo rilievo solo quando la via Pedemontana divenne l’unica sicura per raggiungere i paesi del Sud Italia. Questa strada, infatti, transitava proprio per Ninfa. L’importanza dei Caetani nel territorio risale al 1298, quando Pietro II Caetani si impadronì di Ninfa con l’aiuto di Benedetto Caetani, ovvero Papa Bonifacio VIII. Vi era, però, un membro della famiglia che si opponeva a questo ramo e che, ben presto, decise di distruggere la città: si tratta di Onorato Caetani, il quale nel ‘300 fece radere al suolo l’intera Ninfa. Gli edifici non furono ricostruiti e ancora oggi è possibile osservarne i ruderi. La situazione, del resto, era resa molto difficile dalla malaria che a quei tempi si era diffusa in zona. Negli anni ’20 del secolo scorso Gelasio Caetani progettò il giardino e la nipote Lelia dedicò la propria vita alla cura delle piante e dei fiori, abbinandoli in modo da far emergere del tutto il loro potere ornamentale. Proprio per iniziativa di Lelia è stata istituita la Fondazione Roffredo Caetani, che oggi si occupa del Giardino di Ninfa e, in generale, della valorizzazione del territorio di cui l’oasi fa parte, compreso il castello di Sermoneta. 

Un monumento di notevole interesse storico che i turisti possono ammirare è la chiesa di Santa Maria Maggiore, o meglio i suoi resti. L’edificio fu innalzato nel X secolo e originariamente era diviso in tre navate; oggi rimangono parte del perimetro esterno, il campanile e l’abside. In quest’ultimo sono visibili degli affreschi.